La rimozione della placca dagli spazi interprossimali è essenziale al fine di ottenere e mantenere le condizioni soddisfacenti di salute gengivale. Sia le patologie parodontali, che quelle cariose si sviluppano prevalentemente a livello interprossimale e soprattutto nei denti posteriori, per cui è opportuno che la rimozione della placca batterica, in queste aree critiche, sia particolarmente rigorosa.
Lo spazzolino tradizionale è inefficace in queste zone; pertanto, bisogna utilizzare uno strumento specifico: filo interdentale, nastro interdentale, spazzolini interprossimali (scovolini), strumenti elettrici. La scelta dello strumento più idoneo viene effettuata sulla base di caratteristici fattori anatomici e individuali, quali presenza/assenza di papilla interdentale, dimensione dello spazio interdentale, abilità manuale e grado di motivazione.
L’utilizzo di presidi per il controllo della placca a livello interprossimale, sembra però essere poco diffuso nella popolazione, quindi la pulizia interdentale non è di fatto parte integrante della routine di igiene orale quotidiana. Secondo uno studio, infatti, solamente il 2-10% dei pazienti usa il filo regolarmente. Verrebbe da chiedersi se questo corrisponda ad una valutazione oggettiva, oppure anche tale
percentuale risulta sovrastimata? E soprattutto quanti di coloro che dichiarano di utilizzare il filo interdentale, lo usano poi in modo propriamente corretto, cioè con una tecnica efficace e non traumatica?
Quando si associano spazzolamento e pulizia interdentale, è dimostrato che vi è una maggiore rimozione di placca, con una riduzione del sanguinamento al sondaggio (Bop, Bleeding on probing) del 67%, rispetto il 37% del solo spazzolamento.
Vi è dunque la necessità di nuove tecniche / dispositivi che rendano più facile la detersione delle aree interdentali, visto che il loro utilizzo, corretto e costante, consente di acquisire un controllo di placca soddisfacente.
Dal momento che in molti pazienti la rimozione meccanica della placca non è sufficientemente efficace, e dovrebbe essere migliorata, proporre l’utilizzo di spazzolini interdentali anatomicamente modificati, associati ad istruzioni dettagliate sul loro impiego, può risultare proficuo. Infatti, sulla base di studi a breve durata, anche un singolo episodio di istruzione nell’igiene orale, che descriva l’uso degli strumenti di igiene, determina un effetto positivo significativo, seppur modesto, sulla riduzione della gengivite.
Utilizzo clinico di nuovo spazzolino interdentale Interdental Brush che presenta setole con design innovativo brevettato, per meglio adattarsi all’anatomia dei denti nelle zone interprossimali.
Lo spazzolino interdentale viene introdotto nello spazio interprossimale e utilizzato con un movimento di “andirivieni”, in direzione vestibolo-palatale e palato-vestibolare.
La dimensione differenziata delle setole agevola l’inserzione dello spazzolino, anche nelle zone dove lo spazio interdentale è ridotto. Le setole più lunghe si flettono, ripiegandosi sulle setole vicine, di lunghezza più ridotta, che non creano resistenza e/o attrito, facilitando una rimozione ottimale di placca e residui di cibo. Lo scovolino entra facilmente nello spazio se introdotto con una lieve inclinazione dal basso verso l’alto per l’arcata inferiore (dall’alto verso il basso per quella superiore). Si raccomanda un delicato movimento, obliquo, compiuto almeno 3 volte, per rimuovere biofilm e residui alimentari.
Lo spazzolino Interdental Brush presenta un’anima in acciaio Inox, rivestita di teflon, che rende tale strumento idoneo per la detersione degli spazi interprossimali, anche in presenza di impianti dentali. Il manico in plastica ergonomico facilita una presa salda dello strumento.
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